Voto a 16 anni: “si, ma alle amministrative”

MILANO – Anche in Italia elettori a 16 anni alle legislative? “Un passo alla volta – risponde il ministro per le Politiche Giovanili, Giovanna Melandri -. Il nostro è ancora un Paese in cui un diciottenne può votare alla Camera, ma solo un 25enne può essere eletto. Per non parlare del Senato: si può votare a 25 anni ed essere eletti a 40. Qualunque legge elettorale sia individuata e varata, bisogna fare un passo deciso verso la coincidenza tra elettorato attivo e passivo”.

Una proposta che ha trovato consensi?
“Anche nell’opposizione. Ne ho già discusso con la vicepresidente della Camera Giorgia Meloni (An), che condivide l’ipotesi. Mi auguro un’ampia convergenza”.

Escluse le politiche, è possibile pensare di portare i sedicenni alle urne per le amministrative?
“Sì, è una questione diversa. A 16 anni si può fondare un’associazione, partecipare a un comitato di quartiere, lavorare sul territorio. Può essere un buon punto di partenza. Non vedo ragioni valide per cui un sedicenne che partecipa alla vita della città non possa votare. Ma iniziamo dalla coincidenza tra elettorato passivo e attivo. E lavoriamo su più livelli. Anche sugli statuti dei partiti”.

Ha un’idea in mente?
“Mi batto perché il Partito democratico in costruzione per statuto sia governato da un terzo di uomini, un terzo di donne e un terzo di uomini e donne under 40″.

Una sorta di “quote giovani”?
“Non le chiamerei così, non sono introdotte per legge. Sarebbe una scelta politica per rinnovare classe dirigente”.

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